sabato 28 gennaio 2012

Il Tricolore non è uno straccio!

Questa mattina  -28 gennaio 2012- ho notato, all'esterno di due edifici pubblici, le bandiere a mezz'asta, cosa che mi è sembrata strana anche perché -per quanto a mia conoscenza- non c'era alcun motivo. Inoltre, in altri luoghi, le bandiere sventolavano normalmente in alto.
Incuriosito, ma anche sollecitato dal fatto che noto -da parte di tutti- poco rispetto per il vessillo nazionale, ho voluto controllare. 
In effetti non ho trovato alcun motivo se non quello che si trattava di una "dimenticanza"; ieri 27 gennaio, Giornata della Memoria, come predisposto dalla Presidenza del Consiglio,  in segno di memore omaggio alle vittime dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, le bandiere dovevano essere esposte a mezz'asta.
Ieri 27 gennaio era venerdì e negli uffici pubblici (i due casi si riferiscono alla regione del Veneto ed all'INAIL) l'orario di lavoro terminava prima del tramonto del sole quando, a norma di legge, le bandiere devono essere ammainate. Oggi è sabato e le bandiere restano a mezz'asta, come lo sarà domani: solo lunedì le bandiere riprenderanno la loro posizione giusta.
Anni fa (non ditemi che erano altri tempi!!!), quando lavoravo in un ente pubblico, nelle occasioni nelle quali doveva essere esposto il tricolore, ed in genere si trattava di giorni festivi, un incaricato -di solito era l'usciere capo- innalzava la bandiera al mattino e l'ammainava alla sera. Così dicevano i regolamenti allora, ma la cosa non è cambiata: anche le norme vigenti dispongono che il tricolore, unitamente al vessillo europeo e, se del caso, anche a quello regionale e/o comunale, devono essere innalzati dopo il sorgere del sole ed ammainati subito dopo il tramonto. 
Tutto ciò, secondo me, viene disatteso per noncuranza e menefreghismo! 
Ed anche tutti quei tricolori innalzati in luoghi privati che restano esposti fino alla consunzione. Sembra una moda esporre il tricolore! 
C'è un'altra disposizione che indica come il tricolore non debba essere esposto di notte, salvo in particolari situazioni, e che, comunque, deve essere adeguatamente illuminato. 
Insomma, il tricolore (ma anche la bandiera europea ed i gonfaloni regionali) non è un straccio e deve essere rispettato, anzi onorato, perché per esso molti hanno perso la vita!

Alla faccia dei leghisti e di un "venetista" che -in una mail- mi ha fatto i complimenti per il mio sito molto improntato su Venezia, ... "ma sporcato dal tricolore sulla home page". Quella fascia tricolore, che avevo inserito per il "150° dell'Unità d'Italia" e che avevo intenzione di togliere una volta concluso l'anno, resterà per sempre!

mercoledì 25 gennaio 2012

26 gennaio 1943: ricordiamo Nikolajewka

Domani, 26 gennaio, ricorre il 69° anniversario della battaglia di Nikolajewka e, quindi, con l'articolo scritto qualche anno fa per il notiziario del mio coro, desidero ricordare questo avvenimento, anche e soprattutto perché non si dimentichi.

Le voci di Nikolajewka

di Sergio Piovesan

Verso la fine degli anni ’60, all’apparire nel mondo corale di Bepi De Marzi, anche il Coro Marmolada, fra i primi, volle sperimentare la nuova coralità che esprimeva quest’autore che rappresentava, in quel momento, la novità, e quindi lo svecchiamento, nel nostro modo di cantare.
Ed ecco, allora, dopo il più famoso Signore delle cime ed altre, il gruppo di “poesie in musica” ispirate all’epopea alpina della seconda guerra mondiale: Il Golico (campagna di Grecia), L’ultima notte, Joska e Le voci di Nikolajewka (campagna di Russia); le ultime tre trovarono sollecitazione dal libro di Giulio Bedeschi “Centomila gavette di ghiaccio”, uscito proprio in quegli anni, che portava a conoscenza del grande pubblico le vicende ed i drammi umani degli alpini a seguito della sciagurata avventura bellica voluta dal governo fascista di allora.
Nikolajewka è la località spersa nella vasta pianura russa, dove scorre il fiume Don, divenuta famosa per la battaglia disperata ingaggiata dagli uomini della “Tridentina”, unitamente a quelli d’altre unità combattenti alpine, per uscire dall’accerchiamento che l’esercito sovietico aveva creato attorno a queste truppe e ad altri quarantamila sbandati sia dell’armata italiana sia delle forze alleate (tedeschi, ungheresi e rumeni).
Il 26 gennaio 1943, con 30° gradi sotto zero, dopo giorni di ritirata sempre incalzati dalle truppe e dai partigiani russi, con equipaggiamento “standard”, cioè che andava bene sia in Africa sia in Russia, e con armi inadeguate (arma individuale era il moschetto mod.1891), gli alpini, quasi con un atto disperato, urlando e brandendo i fucili a mo’ di clava dopo aver terminato le munizioni, incitati del loro comandante, il generale Riverberi, che dall’alto di un carro armato tedesco, a più riprese, urlava “Avanti Tridentina!”, riuscirono a rompere l’accerchiamento prendendo di sorpresa i russi che rimasero sbigottiti di tanta irruenza.
Ma la vittoria non fu incruenta! Gli alpini, che già erano stati decimati nelle settimane precedenti dal meglio equipaggiato ed armato esercito sovietico, ma, soprattutto, dal grande gelo dell’inverno russo, lasciarono migliaia di morti e di feriti sulla neve della piana di Nikolajewka che precedeva il terrapieno della ferrovia oltre la quale si apriva la via del ritorno a casa.
Le voci di Nokolajewka non contiene un testo, ma solo una parola, Nikolajewka, che scandisce la musica di questo canto con una melodia minimamente ispirata alla musica popolare russa, una melodia che, sembrando provenire da lontano, ricorda dapprima il miraggio della salvezza che per molti, invece, termina con le urla di chi è senza speranza; sono quindi le voci della disperazione che ci vogliono ricordare quanto la guerra sia crudele, brutale e disumana, qualsiasi guerra, anche quella che oggi è considerata “giusta”. Non esistono guerre di questo tipo! Fu, quella che terminò oltre 60 anni fa, una guerra che sconvolse il mondo e che procurò immani sofferenze ai soldati, alle popolazioni civili ed alle comunità ebraiche.
E noi cantiamo Le voci di Nokolajewka, e lo canteremo sempre invitando il pubblico ad ascoltare il brano nello spirito del ricordo e come ammonimento per adoperarsi tutti affinché non vi siano altre “Nikolajewke”.


domenica 22 gennaio 2012

Eventi culturali a Venezia (centro storico) e fuori città

Chi segue questo blog sarà informato (e se non lo è lo apprenderà adesso) che, assieme ad altri, seguo l'organizzazione di eventi culturali presso la sala della Scoléta dei Calegheri, sede della Biblioteca Civica di San Tomà, ovviamente a Venezia.
Gli eventi che organizziamo, due alla settimana, interessano diversi argomenti: si va, infatti, dalle presentazioni di libri, alle conferenze su Venezia vista da tutte le angolazioni (arte, storia, barche, architettura, ecc.), da incontri sul pensiero filosofico a conferenze su argomenti storici, da appuntamenti con determinate ricorrenze (es. la giornata della memoria) ad appuntamenti cadenzati, uno al mese, che ci vengono richiesti da alcune associazioni (A.N.P.I., UAAR, Ass.Italo-Russa), da incontri "didattico-esplicativi" sul mondo dell'informatica alla musica.
Insomma, come il titolo di questo blog, ... un po' di tutto.
Dico subito che non è un lavoro ma un "esercizio di volontariato"; nessuno mi ha chiesto di farlo e, se lo faccio, è solo perché mi piace e perché lo ritengo utile per la cittadinanza, almeno quella che partecipa. 
La sala in questione può ospitare fino a cinquanta persone, ma, in anni che la frequento, non l'ho mai vista piena e quali siano le cause ognuno ha le sue idee. La mia convinzione è che, in primo luogo, iniziative di questo genere a Venezia (nella stessa ora e nello stesso giorno) siano molteplici, direi numerose e, quindi, il pubblico si divide fra le varie iniziative. C'è chi ha fatto degli studi sulla produzione culturale a Venezia ed i risultati dimostrano che la stessa, soprattutto nella città d'acqua, è abbondante. Io sottolinerei che sì è abbondante, ma che, comunque, la cultura non è mai troppa.
Un'altra causa della poca affluenza (ma non sempre) a queste iniziative è l'indolenza dei veneziani che, precisiamo, mediamente hanno ... una"certa età". Inoltre in questa città mancano i giovani o, ma qui si entra in un altro campo assolutamente non di mia competenza, gli stessi hanno altri interessi. 
Descritta questa situazione, vorrei confrontarla con un'altra che ho potuto constatare ieri sera in una località vicina a Venezia, a Scaltenigo, una frazione del comune di Mirano.
L'occasione era una conferenza dal titolo "La polenta e la croce" l'argomento della quale era la storia delle emigrazioni dei veneti in Sud-America e dei missionari che avevano seguito quei disperati e che, rimasti lì, con le loro organizzazioni ora seguono i più poveri che vivono emarginati nelle "favelas".
Assieme ad un missionario in Brasile e ad un amico che ha scritto un libro in parte autobiografico, ma che evidenzia la storia dei contadini veneti della zona che alimentarono i flussi migratori, io partecipavo per accompagnare la conferenza con immagini e storie da me raccolte nei viaggi in Brasile presso le comunità di discendenti degli emigranti di fine '800 e del '900.
La frazione conta circa 2.800 abitanti, quindi molti di meno rispetto al centro storico di Venezia, eppure la sala del patronato -forse l'unico luogo di aggregazione- era piena ed io ho valutato la presenza di oltre cinquanta persone, in gran parte giovani. 
Sinceramente sono rimasto sorpreso, piacevolmente sorpreso, perché, viste le mie esperienze in città, mi aspettavo la presenza di non molte persone. 
Forse il fatto che il missionario sia originario di questa località è uno dei motivi della notevole affluenza, ma non credo che solo questa sia la causa. Senz'altro nelle piccole comunità, dove non capita di avere ogni giorno eventi del genere, è più facile la partecipazione, anche per pura curiosità.
Ma non so se questi pareri da me espressi siano quelle più corretti o se, invece, ve ne siano altri che non ho saputo e non so trovare.
Comunque è stata un bella serata e ciò l'ho potuto constatare dai commenti e dai complimenti ricevuti.  

domenica 15 gennaio 2012

"Città galleggianti" in Bacino di San Marco

Ancora anni fa, precisamente nel 2006, avevo inserito in un post di questo blog alcune immagini che ripropongo  in quanto attualissime.
Il naufragio di venerdì sera della Costa Concordia -una grande nave da crociera- a ridosso dell'isola del Giglio, naufragio causato da errore umano, ripropone, qui a Venezia, il problema dell'ingresso in Bacino di San Marco di queste grandi navi. Si è formato, da tempo, un "Comitato NO grandi navi" che combatte -su vari fronti- questa usanza (chiamiamola in questo modo) che permette il passaggio delle navi da crociera all'interno della laguna in modo che i turisti, in partenza ed in arrivo, possano godere dello spettacolo che offre il "palcoscenico della nostra città", spettacolo che, se venisse a mancare -come affermano gli addetti a questo affare, cioè coloro che ci guadagnano sopra- la crociera varrebbe meno. Quindi, nel prezzo della crociera è insita la visione del Bacino di San Marco e di altro dai ponti della nave: qualcosa non di proprietà dell'armatore e degli operatori turistici viene messa in vendita!!! 
In mancanza, le compagnie organizzatrici dovrebbero ridurre  il prezzo e, di conseguenza, avrebbero un mancato guadagno. 
Ma, al di là di quello che può essere l'incidente (immaginatevi una nave di quella stazza che, anche per un solo guasto tecnico, non riesca più a manovrare e vada a finire in Canal Grande o contro la Basilica della Salute o la Chiesa di San Giorgio), ci sono altri inconvenienti non di poco conto che fanno sì che sarebbe opportuno un altra rotta o, addirittura, la costruzione di un nuovo porto oltre i canali d'ingresso alla laguna, cioé in mare.
Ma, mentre quest'ultima ipotesi prevede un lungo iter burocratico, ma anche un lungo periodo di costruzione dopo l'eventuale approvazione, il comitato di cui sopra propone un'altra soluzione: far arrivare le navi agli approdi ex industriali di Marghera passando per il Canale dei Petroli. Tutto ciò per evitare incidenti come quello descritto sopra, ma anche per altri motivi:
  1.  il moto ondoso: in base alla stazza di queste "città galleggianti", che pescano parecchi metri e che, per questo, navigano rasente il fondo dei canali, viene spostata un'enorme massa d'acqua, e ciò anche se la velocità è moderata, acqua che penetra con forza nelle rive e che, poi, esce dalle stesse con altrettanta violenza;
  2. i motori funzionano con un carburante non raffinato ed i fumi, che continuano ad uscire dalle ciminiere anche quando le navi sono ferme (devono creare l'energia necessaria a tutti i servizi interni), contengono composti solforosi che nuocciono alle pietre (monumenti e palazzi) e, ovviamente, anche alla salute dei veneziani. Quando queste navi, od altre simili, vanno nei fiordi norvegesi devono usare un carburante più raffinato e, quindi, meno inquinante. Non si capisce, allora, perché debbano rifiutarsi di fare altrettanto quando viaggiano a casa nostra!
  3. spesso l'attracco è in Riva dei Sette Martiri e, quindi, a poche decine di metri da abitazioni (la zona è densamente popolata); nel periodo di sosta, oltre al problema dei fumi (vedi sopra), continuano a funzionare i radar che, come si sa, emettono onde non certo piacevoli per chi le assorbe. 
I favorevoli al passaggio delle navi in bacino dicono che i crocieristi lasciano parecchi soldi a Venezia, il che, soprattutto la quantità dei soldi,è tutto da verificare. La nave, se il turista scende a terra, fornisce anche il cosiddetto "pranzo al sacco". Inoltre, essendo Venezia un porto di partenza e di arrivo delle crociere, i turisti arrivano in gran parte in pullman fin sotto la nave, pullman che partono da città diverse e dall'aeroporto.

Tirando le somme, ben pochi sono i benefici e, soprattutto, a favore di pochi (operatori turistici, armatori, e qualche commerciante) rispetto ai danni che questo fatto comporta.

sabato 14 gennaio 2012

Panorama sulla crisi

Evasione, Roma come Cortina: blitz della Finanza in tutta la città

Questo il titolo su Corriere.it di un articolo (clicca qui) e, mi domando se, a questa notizia, ci sia da aspettarsi una reazione del sindaco Alemanno? Forse -se è più intelligente e furbo del suo collega di Cortina- starà zitto! Cosa diranno, invece, i leghisti? Forse niente, anche perché, in questi giorni, sono in tutt'altre faccende affaccendati; il boss, chiamiamolo pure con questo appellativo che sa di mafia, pone il veto al suo ex delfino di effettuare comizi: siamo veramente in un partito democratico!!! E "La Padania" -organo molto obiettivo del movimento- non parla di questo.

Ma lasciamo perdere i rozzi nordisti -perché mi hanno fatto perdere abbastanza tempo- e torniamo a cose più serie.

Le facciamo queste liberalizzazioni? Ma si facciamole, ma liberalizziamo tutto e non solo i tassisti, una corporazione con parecchi elementi violenti e beceri ed anche organizzati in queste loro caratteristiche. Liberalizziamo tutto: tassisti, benzinai, ma anche avvocati, commercialisti, notai, giornalisti e, perché no?, anche i gondolieri (casta potente e con le stesse caratteristiche dei tassisti di cui sopra). 

Perché devono essere imposte delle tariffe minime (avvocati)? Forse per tenere alte le stesse ed anche per non permettere una concorrenza libera, magari da parte di giovani avvocati che, per iniziare e farsi un nome, potrebbero proporre tariffe più basse, sempre nella speranza che tutte siano soggette alla normale tassazione. E' ora di eliminare la pessima abitudine di rinunciare alla ricevuta per prestazioni ricevute da un libero professionista. Facendo così, si risparmia subito un po', ma, di conseguenza, non potrò detrarla (per lo meno quelle sanitarie) e che quello che io ho dato al libero professionista verrà incamerato dallo stesso che non pagherà alcuna tassa su quell'importo. Da ciò deriva evasione fiscale da parte di chi ha ricevuto il compenso e, quindi, minori notevoli introiti da parte dello stato che, per questo motivo, potrà offrire meno servizi alla collettività. Inoltre questi individui, forti di un loro reddito "impoverito" potranno godere di benefici ai quali non avrebbero proprio diritto. E tutto ciò non si può chiamare giustizia! Se avessi il potere stabilirei che tutti i pagamenti, anche quelli di 10 euro, da fare ai liberi professionisti non devono essere effettuati in contante e, così, si taglierebbe la testa al toro.

Ma veniamo alle famose (tristemente) agenzie di "rating". Cosa sono? cosa fanno? Sono i nuovi poteri forti, ovviamente poteri finanziari, che fanno, molto semplicemente, i loro sporchi interessi! E' noto che i proprietari di queste agenzie (enti privati e non pubblici) sono le più grandi società del mondo della finanza; sono tutte negli Stati  Uniti ed il loro appoggio politico pende dalla parte conservatrice repubblicana. Per questo tutto il loro operare  e portato ad agire contro il governo di Obama. Inoltre, può pure trattarsi di una nuova guerra, una guerra di altro tipo rispetto a quelle guerreggiate con le armi; è una guerra finanziaria che arriva a condizionare la politica degli stati. Ma come si fa a limitare o addirittura a porre termine a queste azioni? Non so cosa rispondere e se lo sapessi potrei diventare il salvatore del mondo!

sabato 7 gennaio 2012

Chi mette le mani nelle tasche degli italiani?

"Spritz e caffè, parte la corsa ai rincari"
Questo è il titolo di un articolo nella cronaca di Venezia de Il Gazzettino di oggi. Ti pareva che ciò non accadesse? La crisi c'è, è mondiale, e loro, come sempre, la superano aumentando i prezzi, cosa che fa sì che i consumatori entrino ancora di più in crisi. Mi sa, però, che questa volta sia anche un aumento preventivo! In previsione di qualche controllo fiscale, cosa che mi auguro avvenga il più presto possibile, loro -come si dice- ... si salvano in corner! Intanto aumentiamo, così se faranno pagare le tasse, nel frattempo, avremo accantonato!
Una scusa per il prezzo del caffè è che questo, all'ingrosso, è cresciuto del 14,3%; crediamo a questa notizia! Però, quando il caffè, a livello mondiale, diminuisce per un'annata andata bene, il prezzo non diminuisce. Anzi, due anni fa -mi sembra- il prezzo all'ingrosso del caffé è diminuito, ma il costo della tazzina è rimasta uguale e, in certi casi, aumentato ugualmente per motivi che gli esercenti sanno sempre trovare. Lo stesso discorso si può fare per il vino e, quindi, a Venezia, per le "ombre" e per gli spriz, o "spritz", come scrive Il Gazzettino.
Ma almeno che paghino le tasse nella misura dei loro effettivi redditi! Per questo aspetto che arrivino agenti, di qualsiasi struttura, che mettano in riga questi personaggi "piagnoni" che -come ha detto giustamente oggi il nostro Primo Ministro (non il primo ministro di una volta ... tessera P2 n.1836)- sono quelli che "mettono le mani nelle tasche degli italiani onesti che le tasse le pagano tutte!"
Bella questa interpretazione e "nobilizzazione" che Monti ha dato alla frase; direi -con un'espressione veneziana- .... "parole sante"!
Ma i pubblici esercizi non sono gli unici da controllare. 
Ben vengano, quindi, controlli a liberi professionisti, artigiani, commercianti in genere, farmacisti, tassisti e -perché no?- ... gondolieri.
Tutte "lobbies" che brontolano su tutto ma che vorrebbero la liberalizzazione solo delle altre categorie e non della propria. 
A proposito di liberalizzazione già si è sentito, qualche settimana fa, i distinguo che certi personaggi hanno fatto proprio sui gondolieri. 
E' proprio il caso di dire: "Ma chi xei 'sti qua? I fioi de la Madona?

venerdì 6 gennaio 2012

Post di inizio anno

Un po' di giorni di vacanza! Anche i blog hanno diritto alle ferie!
Dopo questo periodo, anche di riflessione, ritorno con un argomento che ho trattato più volte (cercate su questo blog la parola "evasione" o altra derivata) e l'occasione mi viene fornita dall'incursione di 80 funzionari dell'Agenzia delle Entrate a Cortina il 30 dicembre dello scorso anno. 
Hanno fatto bene? Hanno fato male? 
A mio parere hanno fatto BENISSIMO!!! 
Il sindaco di Cortina ha perso un'ottima occasione di stare zitto. 
Ma preciso subito che, con questo, non vuol dire che a Cortina siano tutti evasori e che il fatto non farà diminuire i turisti; Cortina è bella, bellissima e, quindi, avrà sempre chi vi si recherà a soggiornare. Tutte balle, quelle che vi siano state disdette negli alberghi! Una scusa degli albergatori, soprattutto se disonesti! E poi non è vero che operazioni simili non siano state eseguite in altre località; infatti proprio a Venezia, ma anche nell'hinterland, qualche mese fa è successa la stessa cosa. I risultati? Più o meno gli stessi, eccetto i SUV che, in centro storico, non ci sono.
Una delle lamentele è stata quella che hanno sbagliato il periodo: il giorno prima di San Silvestro! Non si può! La gente deve divertirsi e i vari commercianti, ristoratori, albergatori devono lavorare e non possono badare agli scontrini, alle ricevute fiscali ed a quant'altro! Tutta burocrazia che impedisce lo sviluppo! E' sì, proprio in questo periodo di crisi in cui è necessario che il paese cresca, che si sviluppi, vengono a mettere tutti questi intralci! Intralci a che cosa? Ma intralci al guadagno, al superguadagno, ovviamente in nero. Un guadagno lecito che, proprio perché esente tasse, diventa un guadagno illecito, un ladrocinio a spese di tutti quei cittadini che pagano le tasse al 100%.
Disonesti e ladri!!!
Il loro mancato apporto all'erario fa sì che tutti glia altri abbiano meno servizi, abbiano meno soldi di salario e di pensione (basta il solo mancato adeguamento Istat, senza contare l'inflazione che depaupera i compensi fissi); ed allora l'evasione è veramente un ladrocinio.
"Non dovevano fare tanto clamore" dicono i poveri cortinesi (quelli presi di mira); ma chi lo fa il clamore se non loro con le proteste e le giustificazioni che non stanno né in cielo né in terra. A proposito di giustificazioni, fa veramente pena, per non dire schifo, il loro arrampicarsi sugli specchi.
Il sindaco dice che a Cortina c'erano (forse ci saranno ancora) Montezemolo, il ministro della Difesa (s'è fatto anche male in pista), il Direttore generale dell'Agenzia delle Entrate. Cosa vuol dire? Che per la presenza di nomi famosi si può evadere? Di  personaggi famosi ci sono anche .... Corona e Belem! "Bea roba"!!! 
Ma veniamo ai SUV. L'operazione, dicono sempre alcuni cortinesi, sindaco in testa, poteva essere fatta a tavolino senza tanto clamore; forse è vero, ma allora, nessuno sapeva niente e -non dite che penso male- per questo, probabilmente, molto sarebbe passato via liscio e non sanzionato. E poi, che serva da esempio: sai ora quanti SUV si troveranno di seconda mano!
Sguinzagliare ottanta uomini a Cortina sai che spesa per lo Stato! Non si preoccupino delle spese dello Stato coloro che non vi contribuiscono! Il recupero di tasse evase e le multe surclasseranno l'importo delle diarie dei "magnifici ottanta".
Come dicevo prima: hanno fatto benissimo! L'importante è che continuino in questa via: gli evasori devono sentire il fiato degli agenti sul collo e chissà che così, anche loro, paghino il dovuto.
E soprattutto che non piangono. Basta! Sono stufo dei piagnistei di questi loschi personaggi!

Mi auguro ora che ripetano la stessa operazione anche in altri luoghi, a Venezia soprattutto, ma anche nel litorale, dove -nonostante siano già stati- l'evasione continua ed anche elevata perché il primo esempio è servito a poco.