mercoledì 10 dicembre 2008

Acqua alta a Venezia

Questo è il grafico prodotto dal "Centro previsioni maree" del Comune di Venezia prodotto alle ore 18,00 di oggi.
Come si evince, già questa sera ci sarà un massimo di cm.120 (sul livello medio del mare) il che vuol dire che non si potrà camminare per la città senza stivali perché molte zone saranno allagate. Domani mattina la previsione è di cm.140 e buona parte di Venezia sarà sotto acqua: anche gli stivali all'altezza del ginocchio non saranno più sufficienti e sarà necessario usare quelli più alti (alla coscia).
Chi può restarsene a casa non ha alcun problema, sempre che abbia di che mangiare. Se invece bisogna andare a lavorare, è necessario attrezzarsi. I più colpiti sono coloro che praticano un'attività commerciale che, comunque, dovrebbero aver già posto la merce a quote più alte.
Ma c'è anche chi vuole guadagnarci: l'altro giorno (1/12), quando l'acqua ha raggiunto 157 centimetri, c'era chi -per strada- vendeva stivali di gomma a prezzi iperbolici! Sono stati raggiunti anche 95 euro per un paio di stivali di gomma alla coscia!
Ora anche gli alberghi cercano "l'affare" ed offrono pacchetti per turisti a prezzi speciali, proprio nei giorni di alta marea, compresi anche gli stivali!

Per le previsioni aggiornate collegarsi con il sito del Comune di Venezia

Aggiornamento del 12/12 alle ore 0,20
Sono tornato a casa da mezz'ora ed ho dovuto usare gli stivali.
Comunque quest'oggi è andata meglio di quanto previsto: invece dei 140 cm. previsti per la mattina dell'11 ce ne sono stati 108; alle 23,00 dell'11/12 erano previsti 130 cm. e, invece, siamo arrivati "solo " a 116.
Il vento ha girato e, quindi, la situazione meteorologica è lievemente migliorata.
Da domani, anche per la combinazione della marea astronomica, si dovrebbe andare verso un graduale miglioramento e, quindi, verso la normalità.

lunedì 8 dicembre 2008

“Il grande treno” - “Come la Cina ha occupato il Tibet e cancellato una nazione” di Abrahm Lustgarten

In questi giorni ho concluso la lettura de “Il grande treno” di Abrahm Lustgarten. Il sottotitolo è: “Come la Cina ha occupato il Tibet e cancellato una nazione”.

È un libro interessante perché ci fa conoscere un paese del quale sentiamo molto parlare per le vicende umane e politiche che agitano –anche in questi ultimi giorni con l’incontro fra il presidente francese ed il Dalai Lama- le cronache internazionali.

Tanti parlano di questa vicenda e, spesso, fuori luogo e senza conoscere il problema.


Attraverso le vicende per la costruzione della linea ferroviaria Pechino-Lahsa, conclusa nel 2006, l'autore -antropologo e giornalista- ci racconta di come il Tibet, fin dagli anni '50, sia diventato, di giorno in giorno sempre di più, una "colonia" cinese da sfruttare soprattutto per le ricchezze minerarie della regione.

Prima Mao e poi i suoi successori hanno sempre impostato delle politiche crudeli verso i tibetani, soprattutto per cancellare la loro cultura i cui fondamenti si poggiano sulla religiosità buddista. Hanno ucciso e torturato -per "educarli"- prima i monaci e poi chiunque fosse minimamente sospettato di "tramare" contro il "partito". La politica cinese ha sempre dichiarato di voler portare il benessere in quella regione e, per questo, era necessario il treno. Ma non è stato così: il "benessere" è stato ed è appannaggio dei soli cinesi e la globalizzazione ha rovinato le tradizioni e la cultura tibetane annientandole. Anche nel campo del lavoro i tibetani non hanno avuto alcun beneficio perché lo sviluppo è tutto a favore della gente di stirpe cinese che in Tibet ha trovato ampio spazio togliendolo ai locali; i tibetani per poter lavorare devono conoscere il mandarino e, quindi, anche la loro lingua, fra qualche generazione, sparirà.

Il treno verso il Tibet, che è stato per anni il sogno della politica cinese, appena entrato in funzione ha già dei problemi, che gli scienziati avevano previsto: la temperatura del globo sta aumentando e con una maggiore industrializzazione avrà sempre un maggior incremento e tutto ciò porta al disgelo del permafrost, il terreno ghiacciato in profondità dell'altopiano tibetano sul quale poggia la struttura della ferrovia.

L'autore, che fin da ragazzo si interessava al Tibet, a seguito di un incontro con il Dalai Lama, ha viaggiato più volte in Cina e nel Tibet ed ha incontrato scienziati e tecnici della ferrovia, di etnia cinese, ma anche monaci, pastori nomadi e gente semplice di etnia tibetana.

Oggi di molti monasteri non resta più pietra su pietra e tutti i manufatti tradizionali sono solo della paccottaglia ad uso turistico. Continuando con questa politica la Cina arriverà, ma già in parte ci è riuscita, a cancellare un popolo e tutta la sua cultura.


Questa non è una recensione, ma solo un invito a leggere questo libro per avere una maggiore conoscenza ed una documentazione sui fatti del mondo, anche se questi sono relativi a regioni che ci possono apparire lontane.

sabato 6 dicembre 2008

Da che pulpito ... !!!

"Da che pulpito ... " viene subito da pensare a sentir parlare di "questione morale" dal ..."nostro"!
Tante ne dice, che, alla fine, finisce per crederci, e con lui, purtroppo, anche qualche milione di italiani che l'hanno votato.
Come può parlare di questione morale chi è stato iscritto alla Loggia P2 di LicioGelli con la Tessera n. 1816?
Come può parlare di questione morale chi è arrivato ad imbrogliare una minorenne, l'erede del marchese Casati-Stampa, alla quale apparteneva la villa di Arcore?
Chi l'avesse scordato può leggersi un mio post, ancora del 2006, che tratta questa vicenda. Vi assicuro, una lettura interessante per chi non la conoscesse. (
Clicca qui).
E mi fermo solo a questi due fatti, che non sono invenzioni della stampa di sinistra o azioni persecutorie di qualche giudice (toga rossa) che ce l'ha con lui; due fatti, con tanto di prove accertate!
L'importante è non dimenticare.

mercoledì 3 dicembre 2008

Una lettera di Fede a Il Gazzettino rinfocola le polemiche.

Questa la lettera che Fede ha inviato al direttore de Il Gazzettino di Venezia e pubblicata il 2 dicembre:

Caro Direttore,

leggo sul tuo quotidiano ancora riferimenti ad una polemica sulla "telecamera" di Sipario nella notte di Venezia. L'iniziativa del vice sindaco di farne occasione anche per una possibile querela, non mi coinvolge più di tanto. Ho già testimoniato - disponibile anche a documentare - che il Tg4 in un anno dedica mediamente cento servizi a celebrare Venezia così come merita per la sua cultura umana e artistica, anche come meta di riferimento per il turismo italiano e straniero. Non mi sfugge, che, in tutto questo, ci sia qualcuno che abbia voglia di farsi pubblicità a mie spese. Ma non lo seguirò. Leggo "bufera sul premio a Emilio Fede " riferito ad una manifestazione in programma al Palazzo del Cinema del Lido per l'assegnazione alla mia persona del "Leone d'oro della comunicazione". Ringrazio gli organizzatori, confermo che soltanto degli sprovveduti possono considerare che abbia offeso la città che è fra quelle che più amo. Ma il 15, non per polemica, non ci sarò. Ho letto anche la battuta di Massimo Cacciari, persona con la quale ho sempre avuto un rapporto di rispetto reciproco e rivolgo a tutti un consiglio: "questa polemica è pretestuosa, montata ad arte da chi, ripeto - cerca di essere sul palcoscenico della politica senza averne il prestigio". Vi sarei grato se, da questo momento vorreste occuparvi di problemi più seri, che Venezia ha. Avete un buon sindaco umanamente e culturalmente simpatico, con il quale non condivido certo la politica, ma in grado di fare il suo dovere.

Emilio Fede


Scrive, ma non entra nel merito della trasmissione buffonata (vedi post precedente)

Il premio che dovrebbe ritirare si chiama “Leone d’Oro per la comunicazione”!!! Proprio il personaggio giusto!

La manifestazione si chiama “Gran Premio Internazionale di Venezia e la Gondola d’oro” che verrà anche trasmessa, in differita, dalla RAI! A sentire gli organizzatori dovrebbero essere articolata in una serie di serate piene di “vip”: anche TESSERA P2 n. 1816 dovrebbe venire. E chi meglio di lui per premiare il suo fedele servitore? Quest’ultimo, però, ha già annunciato che non verrà a Venezia; fa bene, chissà come verrebbe accolto.

Chi organizza tutto quanto viene da fuori, da Roma, con l'appoggioad un’associazione locale presieduta da Renzo Stevanato ed Armida Tessier (marito e moglie).

E qui mi fermo perché non sono abituato, e non mi piace, scrivere di “gossip” e chi desidera maggiori notizie può andare su http://smnewsblog.wordpress.com/2008/11/26/big-della-musica-leggera-al-palazzo-del-cinema/

“Berlusconi: «Internet va regolamentata»”

E ti pareva che non “scendesse in campo” anche questa volta, visto che non ha ancora il controllo sulla rete? Questo il titolo di un articolo su Corriere.it: “Berlusconi: «Internet va regolamentata»”.

Non bastavano i tentativi con le nuove proposte di legge, prima di Levi e poi di Cassinelli, ed ora, vista la reazione del popolo della rete, scende in campo anche TESSERA P2 n.1816, quello che trova da ridire su tutto, anche sui direttori del Corriere e del La Stampa (devono cambiare mestiere) perché, evidentemente, non la pensano come lui. Gli va bene solo Fede che continua a “leccarlo”!!!

Gli va bene perfino Licio Gelli, sulle cui dichiarazioni non ha trovato nulla da dire: sono le cose che pensa anche lui.

Signori, qui ci va di mezzo la democrazia!!!

Sono sicuro che la rete insorgerà e, allora, ci saranno le solite dichiarazioni che non è stato capito!

sabato 29 novembre 2008

Le due ... "Italie"

Ogni tanto leggo qualcosa che mi fa piacere, come questo articolo apparso su Repubblica.it , che informa come i pescatori di Mazzara del Vallo siano usciti in mare, nonostante le difficoltà, per salvare circa 650 disperati, 650 migranti non in regola, 650 clandestini, 650 ecc. ecc.
Per me solo 650 Uomini!
Quello che, però, mi ha fatto "innervosire" è il fatto che uno dei due barconi si trovava vicino a Malta ma, informate le autorità marittime di quel paese, le stesse non hanno neppure risposto all'appello; e dopo si parla male dell'Italia. Scusate, qui si tratta dell'Italia del sud, del Meridione, e non della Padania dove, ed ecco qui l'altra notizia, un comune della "gioiosa marca trevigiana", Spresiano, dà una "buonuscita" ai migranti, con regolare permesso di soggiorno che, al momento, anche per la crisi in essere, sono rimasti senza lavoro: che vadano in un altro comune!
Cose da vergognarsi!
La prima notizia, inoltre, è apparsa solo su quel sito e, almeno per i controlli che ho fatto, non su quelli di altri quotidiani nazionali. Che repubblica.it si sia inventata tutto???

venerdì 28 novembre 2008

Poveri di ieri e di oggi.

Alla fine degli anni '40, ed anche prima -questo per sentito dire- alcuni scolari, concluso l'orario, invece di uscire e tornare a casa, venivano incolonnati verso la palestra della scuola dove era allestita la refezione scolastica: un panino ed una minestra, della quale sentivamo l'odore -o il profumo- salire verso le aule, già un'ora prima. Questi bambini erano i "poveri", quelli la cui famiglia era iscritta in un registro, il REGISTRO DEI POVERI, tenuto dal comune.
Queste famiglie avevano anche un libretto, quasi una tessera (card?), che la classificava, appunto, con l'epiteto di "povere".
C'era anche un ente preposto alla carità pubblica, l'ECA (Ente Comunale di Assistenza).

Ma sentite cosa mi raccontava un mio amico, Giovanni, più anziano, che ebbe a far parte di questa categoria.
Siamo sempre in quegli anni e Giovanni, che era andato oltre la terza media, ma non si era diplomato, cercava un impiego. Venne indetto un concorso presso un ente pubblico, come impiegato d'ordine, e per partecipare era necessario presentare la domanda con una serie di documenti, tutti "in bollo", il che consisteva in una spesa non indifferente.
Giovanni che, oltre ad essere nullatenente, aveva una certa dose di "predisposizione al risparmio", chiese come si potesse fare per presentare i documenti senza bollo e cioè senza spendere una lira. Gli fu indicato che c'era un metodo: bastava ottenere il "certificato di miserabilità"!
Detto, fatto, Giovanni si ingegnò nei vari uffici comunali e, finalmente ottenne un attestato che diceva pressapoco così:

Il Sindaco, effettuati gli opportuni accertamenti,
dichiara ed attesta che

il Sig. GIOVANNI XXXXXXXX
è
PERSONA MISERABILE



O era una SOCIAL CARD?????

mercoledì 26 novembre 2008

Il Coro Marmolada a San Giovanni Evangelista per il C.A.I. di Venezia

Sabato 29 novembre, alle ore 20,45, la Sezione di Venezia del Club Alpino Italiano ricorderà i soci scomparsi nell’ultimo anno (Roberto Bettiolo, Antonio Bredoli, Carlo Donati, Ugo Pomarici e Roberto Ruffini) con un concerto di canti popolari e di montagna che saranno eseguiti dal Coro Marmolada di Venezia diretto da Lucio Finco.

Fra i soci che verranno ricordati, due –Roberto Bettiolo ed Ugo Pomarici- hanno anche fatto parte, negli anni passati, del coro: il primo per vent’anni (1952-1972) mentre il secondo un solo anno durante il quale ha lasciato alcune composizioni due delle quali (“Marmoléda”, la sigla del coro, e “La straniera”) verranno eseguite in questa occasione.

Il repertorio della serata concluderà con “E canterà”, la composizione di B. De Marzi con la quale vengono ricordati gli amici “andati avanti”.

Sabato 29 novembre, ore 20,45

Venezia - Scuola Grande San Giovanni Evangelista.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

martedì 25 novembre 2008

“Meno Fede, più fiducia”

Continua a Venezia la raccolta di firme e di iniziative contro il servizio –sul quale gli aggettivi si sono sprecati- di E. Fede sulla notte veneziana (vedi mio post precedente e banner a fianco per la firma).

Il Gazzettino di oggi 25 novembre titola un articolo “Meno Fede, più fiducia”:


«Meno Fede, più fiducia. Venezia è una città sicura». E' questo il nuovo tormentone di calle Giacinto Gallina. Il luogo del misfatto, quello che secondo Emilio Fede, direttore del Tg 4 e della trasmissione Sipario, sarebbe crocevia di spaccio ed altre attività criminose, si ribella.

L'ironia in questo caso è l'arma migliore, così gli abitanti ed i commercianti della zona hanno stampato addirittura un adesivo per esprimere il loro dissenso. Lo slogan ed il divieto con l'immagine solarizzata di Fede non lasciano dubbi: il direttore del Tg 4 non è più il benvenuto. «L'idea dell'adesivo è venuta a me ed al mio amico Marco Lachin», racconta Massimo Lancerotti titolare dell'omonima ferramenta. «Ci siamo autotassati, ed insieme ad Emanuele Farisato, un vero mago del computer, lo abbiamo realizzato. Tremila esemplari che noi negozianti della zona regaliamo ai clienti. Lo vogliono tutti, sta letteralmente andando a ruba. Non ci siamo Fermati all'adesivo. Abbiamo anche creato un apposita pagina internet: www.fede.beavecio.com , per far vedere al mondo quanto si possa arrivare in basso. Questo tipo di giornalismo sottolinea Lancerotti scredita la professione. La cronaca di tutti i giorni ci fa vedere quale sia la vera violenza. C'è bisogno di inventarne? Conosco la zona, ci lavoro da una vita. Lo stesso si può dire per Marco, il suo negozio di antiquariato è qui da sempre». Lungo calle Giacinto Gallina Lancerotti e Lachin non sono gli unici ad aver manifestato sdegno contro la puntata veneziana della trasmissione Sipario.In molti hanno raccolto firme, circa cinquecento. «E' stata indignazione spontanea», conferma Piero Rosa Salva. Ma la collera dei residenti non si placa firmando una petizione. Qualcuno ha chiamato Striscia la Notizia. Il tg satirico però non si è fatto vedere, in compenso venerdì scorso sono arrivate Le Iene. L'inviato della trasmissione di Italia Uno ha intervistato a lungo negozianti e cittadini per smascherare l'inganno. Non appena avranno sentito Emilio Fede ha detto ai suoi intervistati il giornalista delle Iene, manderanno in onda la puntato. Forse già questa sera. Davide Caimani



E questa è l’immagine dell’adesivo che alcuni commercianti della zona hanno creato.



venerdì 21 novembre 2008

Razza "Piave"

Razza “Piave”, tanti ne parlano, la citano, ma tutti costoro non sanno neppure cosa sia e se veramente esista ed in riferimento a cosa.

Il termine nasce, molto probabilmente, dopo la prima guerra mondiale, della quale il fiume Piave è quasi un simbolo perché sulle sue rive è nata la cosiddetta “vittoria”. E da allora il termine viene usato per indicare una popolazione forte e vigorosa.

Una persona è “razza Piave” se ha vigore, è forte, è spavaldo e sicuro di sé.

Si parla di “razza Piave” riferendosi ai cavalli; si, proprio una particolare razza equina cresciuta nella zona da incroci di cavalli di diversa provenienza con quelli nostrani (Clicca qui)

"Razza Piave? Sono – dice invece Mario Rigoni Stern in un’intervista- i siciliani, i calabresi, i piemontesi, i lombardi e i napoletani. Sono quelli che nel 1918 hanno fermato gli austriaci sul fiume. Quelli che, dopo Caporetto, hanno capito che bisognava tener duro per non subire un'invasione. Per dirla chiara: la razza Piave ha poco a che fare col Veneto.”

Se poi qualche vecchio si trova davanti ad un fiasco di vino allora fa capire, con orgoglio, che fa parte della “razza Piave” chi ne beve una certa quantità.

Insomma questa “razza”, anche se richiamata –con sentimenti molto diversi- da qualche politico veneto, non esiste.

Esiste solo la … razza umana!

Queste precisazioni per spiegare ai non veneti cosa significhi questa espressione, anche perché viene richiamata in un recente articolo apparso su GVonline, (vedi sotto) dove l’intervistato, un iraniano residente in Italia da quarant’anni, inizia così: "Mentre noi parliamo di “razza Piave”, gli Stati Uniti eleggono un presidente meticcio: chi interpreta meglio le risposte da dare ai problemi di oggi, noi o loro?".

Ed è proprio l’elezione di Obama alla presidenza degli USA che mette in evidenza situazioni anacronistiche che possono portare all’esasperazione se si continua a parlare di razza.

Clicca qui per l’articolo di Giorgio Malvasi.

giovedì 20 novembre 2008

Cosa vi dicevo? VIGILARE!

Cosa scrivevo nel post precedente? VIGILARE!!!
Non si sono ancora spenti gli echi sulle dichiarazioni del deputato Levi, del PD, sulle modifiche e "migliorie" della sua proposta di legge cosiddetta "ammazza-blog", che un altro, Cassinelli, questa volta della maggioranza (PDL), vuole passare alla storia con la sua nuova proposta di legge sullo stesso argomento.
Ne sentivamo proprio la mancanza!
Dalle prime dichiarazioni sembra che le nuove proposte siano meno impattanti per i blogger, però, come al solito, ... fatta la legge, trovato l'inganno!
Per maggiori delucidazioni vi invito a leggere quanto pubblicato da Punto Informatico a questo link: http://punto-informatico.it/2481209/PI/News/siti-web-registrare-nuova-proposta-legge.aspx

Ed allora? Vigilare, vigilare e vigilare!

mercoledì 19 novembre 2008

"Ammazza-blog"? Tutto da rifare!

Sul sito del PD c'è un comunicato stampa, riguardante le dichiarazioni del deputato Levi sul cosiddetto progetto di legge "ammazza-blog".

Leggetelo (cliccate qui), tenetevelo a mente, e, comunque, vigilate!

domenica 16 novembre 2008

"Post" aperto al ... "nano cattivo".

Caro "nano cattivo",

ho letto le tue esternazioni (eufemismo) odierne sui fannulloni.
Veramente è ora che tu ed il tuo capo, e molti altri della tua risma, la smettiate di esternare; tenetevele per voi, così eviterete di dire "puttanate" e di fare, perciò, brutte figure!

Ho passato 41 anni come dipendente pubblico e, quindi, posso parlare anche perché ho, senz'altro, molta più esperienza di te.

Ne ho viste di tutti i colori: ho trovato dipendenti che facevano i propri comodi, quelli che tu chiami fannulloni, altri che falsificavano le firme (allora non c'erano i cartellini e le tessere marcatempo), altri ancora incapaci (dai dirigenti all'ultimo fattorino), però ho trovato anche persone preparate e coscienziose, persone che facevano il proprio dovere e altre che andavano oltre il proprio dovere, senza pretese.

E tutta queste persone che ho incontrato e conosciuto, quindi "buoni" e "cattivi", erano di destra e di sinistra, democristiani e socialisti, comunisti e fascisti (di questi ne ho conosciuti alcuni che venivano dal regime ed erano stati prima epurati e poi riammessi in servizio), liberali e radicali, della sinistra estrema e della destra estrema.

Insomma il buono ed il cattivo si trovava dappertutto.

Però voglio fare una precisazione: quella che falsificava le firme e segnava ore straordinarie senza farle era ... socialista, del tuo partito! Ha fatto anche carriera politica in ambito comunale e, inoltre, ... attaccava le gomme americane sotto i bordi dei tavoli! Che schifo!

sabato 15 novembre 2008

Un articolo odierno mi fa tornare indietro nel tempo.

"Migliaia di defunti 'in cura' dal medico. Mega truffa al sistema sanitario in Sicilia"

Questo il titolo di un articolo su Corriere.it di oggi. (clicca qui).
Qualcuno si meraviglierà e, magari, -se nordista- brontolerà indicando nel meridione il solito “disastro” per il resto dalla nazione. Io, invece, essendo passato per una situazione del genere, non mi meraviglio del fatto in sé stesso, ma del ritardo rispetto a quanto riscontrato in tutta Italia, anche al nord, Lombardia e Veneto compresi. Nel Veneto, ed in particolare –per conoscenza diretta- nella Ulss presso la quale lavoravo, già oltre quindici anni fa, la magistratura intervenne e, anche con accordi con i sindacati dei medici di base, si riuscì a sanare questa … “incongruenza”.

Ma come si era arrivati a questa situazione?

Partiamo dalla riforma sanitaria fatta in fretta e furia, con poche conoscenze tecniche da parte di molti dirigenti, non tanto degli enti mutualistici che si univano nelle nuove aziende sanitarie, quanto di quelli -molto politicizzati- che entrarono nelle varie regioni.

Prima della riforma ogni ente aveva una sua “anagrafe” degli assistiti, anagrafe in gran parte cartacea, e l’INAM era l’ente con il maggior numero degli assistiti in quanto gestiva tutti i dipendenti privati, circa il 60% per cento; il resto era distribuito fra una miriate di “casse mutue”.

Non tutte erano a livello nazionale e se un cittadino passava da una cassa all’altra (ad es. un dipendente si metteva in proprio o viceversa) si aveva un duplicazione perché non esisteva un contatto fra i diversi enti.

Poi, con la fusione, si partì da un’anagrafe informatizzata, a livello nazionale, del solo INAM con l’aggiunta successiva delle varie anagrafi che, nel frattempo erano state “digitalizzate” con una serie di errori dovuti alla documentazione cartacea ancora da amanuensi ed alla manualità delle operazioni. Anche le anagrafi comunali, soprattutto quelle dei comuni più piccoli, non erano informatizzate o, se lo erano, i sistemi erano diversi (siamo a fine anni ’70) ed erano necessarie onerose conversioni. Inoltre, molto spesso, le istituzioni non si “parlavano”.

Qualche anno dopo, avendo iniziato ad interessarmi dell’anagrafe informatizzata degli assistiti della mia Ulss nel 1982, mi resi conto di quanta “spazzatura” vi fosse dentro: doppioni (ma anche “triploni” e quant’altro), assistiti ancora in carico, che, invece, erano deceduti o trasferiti; insomma, di tutto e di più. Il comune passava le variazioni, mensilmente, ancora su carta.

Estrapolare dati doppi, esattamente uguali, non era un problema; era più difficile, invece, individuare e cancellare automaticamente, dati che non erano perfettamente uguali: su questi erano necessarie verifiche “manuali” presso i comuni e presso altre Ulss e, quindi, personale da adibire a queste operazioni. Chi doveva decidere su queste operazioni decise di soprassedere.

Iniziarono a fine anni ’80 i contatti con i comuni per incrociare le anagrafi con controlli informatici, ma la cosa non fu tanto semplice, soprattutto per le autorizzazioni! C’era molta “gelosia” per i propri archivi!

Devo precisare, però, che anche i medici di base non erano “farina da far ostie”!

Ricevevano ogni mese tutte le variazioni inerenti gli assistiti a loro carico e, due volte all’anno, l’elenco completo con tutti i dati anagrafici. Quindi, un medico che si trovava assistiti con 100 e più anni e che non vedeva più da parecchio tempo e che, magari, neppure conosceva o non aveva mai visto, avrebbe dovuto, per onestà, farlo presente e, invece, … silenzio assoluto!

Ad un certo punto, mi sembra nel 1992, un magistrato si “accorse”, per caso, di questa anomalia ed inviò i carabinieri del NAS presso la Ulss, ovviamente presso i direttori generale ed amministrativo di allora che, defilati, li dirottarono al sottoscritto. Il magistrato voleva la copia dell’anagrafe su carta! Ho passato qualche giorno a far capire ai carabinieri del NAS e, tramite loro, al magistrato, l’incongruenza di simile operazione: si trattava di stampare oltre 300 mila posizioni anagrafiche (pacchi di carta e tempo di stampa) e non sarebbe servito a nulla. Poi le volevano su dischetto, una serie (non mi ricordo più quanti ne servivano) di dischetti da 5 pollici, perché il magistrato aveva un PC!

Alla fine si resero conto dell’inutilità della richiesta, limitandosi alla copia su nastro magnetico.

Da allora anche i dirigenti iniziarono a preoccuparsi. Io, invece, no perché tutti i suggerimenti che avevo dato negli anni precedenti li conservavo nella copia delle lettere che avevo scritto!

Fu necessario, come detto più sopra, un controllo anche manuale, ma, finalmente, iniziò la collaborazione con i comuni della Ulss, in particolare con il Comune di Venezia i cui cittadini sono oltre il 90% degli assistiti della Ulss.

Saltarono fuori dei casi veramente clamorosi!

La convenzione con i medici prevedeva di poter retrodatare le revoche fino a dieci anni e, quindi, gli importi da recuperare, per alcuni sanitari, risultarono di importo notevole tanto che, superando di molto il quinto delle retribuzioni, si stabilirono delle rateazioni.

Poi fu installato un “filo diretto” con il comune e così, ogni giorno, tutte le variazioni anagrafiche avevano il loro effetto anche sull’anagrafe sanitaria.

Quello che mi sembra strano nel caso siciliano è, ripeto, che solo adesso sia scoppiato, visto che ormai, da anni, le soluzioni tecniche permettono di mettere a norma il tutto con una certa facilità.

giovedì 13 novembre 2008

Ma funziona davvero il sistema Argos in Canal Grande?

Il 19 settembre, a pochi giorni dall’immissione in rete del sistema per monitorare il traffico acqueo in Canal Grande, anche da parte del “popolo di internet”, pubblicavo un post nel quale vedevo questo mezzo come un contrasto al moto ondoso che, ormai, è diventato un’ossessione per la città di Venezia.

Ogni tanto vado a dare un’occhiata alla situazione in tempo reale e trovo che, in ogni tratto monitorato, c’è sempre qualche natante che supera i limiti di velocità, e questo trova riscontro nelle statistiche delle violazioni accertate dalla Polizia Municipale (circa 2000 al 30.9.2008 ); in effetti, al 30 settembre, c’è stato un raddoppio degli accertamenti rispetto all’intero 2007.

Però, visto che in ogni momento c’è sempre qualcuno che va troppo veloce, mi sembra che le multe siano ancora poche.

Mi sorge un dubbio: siamo sicuri che il sistema, quello in uso alla forze dell’ordine, permetta un automatismo nel contestare le infrazioni, oppure, c’è sempre chi ricorre alla “privacy” per poter fare i propri comodi? In effetti sembra che le contravvenzioni vengano elevate solo con la presenza fisica dei vigili in loco.

Come si può vedere dalle immagini sottostanti, relative a salvataggi effettuati in un breve lasso di tempo, le infrazioni sono molte e la maggior parte mi sembra siano da parte di motoscafi usati come taxi; però, anche i conducenti di mezzi pubblici (vaporetti) non si fanno scrupoli a superare i limiti di velocità, anche se mi sembra strano che il vaporetto nella foto sottostante possa superare questi limiti in fase di approdo.

vedi altre foto





martedì 11 novembre 2008

La Costituzione Italiana

Quest’anno è stato ricordato, a vari livelli, il 60° anniversario della nostra Costituzione.

Il Comune di Venezia ha realizzato un volumetto contenente il testo della Carta Costituzionale per distribuirlo, almeno in parte, ai cittadini e, nello stesso opuscolo, ha inserito lo Statuto del Comune stesso.

Oltre che ad una produzione su carta stampata ha provveduto alla creazione del file, in formato “pdf”, scaricabile dal sito del comune.

Credo che sia stata un’operazione apprezzabile ed apprezzata, anche perché tutti coloro che hanno un testo della Costituzione in casa, molto probabilmente, lo hanno posizionato in qualche angolo remoto della libreria o di un cassetto.

Scaricandolo e posizionandolo sul “desktop” abbiamo tutti la possibilità di consultarlo in qualsiasi momento.

Ed è cosa buona e giusta!

Ed ecco il link dal quale scaricare il file:

http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/21794

mercoledì 5 novembre 2008

Finalmente è terminato il tormentone

Finalmente è terminato il tormentone “Obama-Mc Cain”.

Tutti, e mi riferisco in particolare ai politici ed ai “media” nostrani, hanno sproloquiato nelle analisi politiche e nelle previsioni ed ora continuano a fare valutazioni a vanvera sull’ascesa al potere del nuovo presidente Obama.

Ieri sera, a “Porta a porta”, ogni tanto appariva il “cartello” con la parola “nero” o con “afro-americano” e tutti volevano disquisire, senza poi dire niente, sui due termini.

Poi dichiarazioni da parte di tutti, sinistra, destra, centro e chi più ne ha più ne metta!

Veltroni addirittura spera che la nuova “ventata” degli USA passi anche per l’Europa e per l’Italia! Non ha capito, nonostante abbia comprato casa da quelle parti, che gli Stati Uniti sono una cosa e l’Europa, in particolare l’Italia, sono tutt’altra cosa.

Sorvolo su tutti gli altri commenti per arrivare a quello di “Tessera P2 n. 1816”; innanzitutto, mi sembra arrivato un po’ in ritardo (forse doveva riprendersi dalla delusione). Poi dichiara che, essendo più anziano, potrà dargli qualche consiglio: siamo veramente ben messi. Povero Obama!

In riferimento al nostro primo ministro (sempre membro della P2 resta) c’è stato qualcuno dei suoi che ha dichiarato che sarà utile per la sua amicizia con Putin al fine di aiutare il colloquio tra USA e Russia. Qualcuno è proprio in vena di sopravvalutazioni!

Basta! Speriamo che, in poche ore, soprattutto gli sproloqui, si fermino!

martedì 4 novembre 2008

Fine settimana di intensa attività per il Coro Marmolada di Venezia

Dopo le recenti esecuzioni, molto apprezzate dal pubblico, di Scorzé, Mestre e Spinea, il Coro Marmolada di Venezia continua nella sua attività concertistica ed il prossimo fine settimana sarà impegnato sia vicino casa che più lontano.

Infatti venerdì 7 p.v., su invito della Sezione A.V.I.S. di Mogliano Veneto, alle ore 20,45 –al Teatro Busan- sarà in concerto, con quattordici brani del suo repertorio, da quello “storico” a quello attuale.

Un po’ di riposo e, quindi, partenza per Laives (BZ) dove, nella serata di sabato 8 (ore 20,45), assieme al locale Coro Monti Pallidi, sarà partecipe alla 29^ Rassegna Corale “Città di Laives” con un repertorio di dodici canti.

Il giorno dopo salirà al santuario di Pietralba dove, alle ore 11,00 animerà la S.Messa e, al termine della stessa, un breve concerto di otto canti popolari, ma consoni all’ambiente sacro.

Il Coro Marmolada di Venezia, il cui maestro titolare è Lucio Finco, verrà diretto anche in queste due occasioni, da Claudio Favret.

sabato 1 novembre 2008

Venezia, Fede, misteri, aggressioni, spaccio e ….

Leggo su Il Gazzettino di oggi 1.11 la notizia di una contestazione da parte del Comune di Venezia nei confronti di Emilio Fede dopo una trasmissione su Rete 4 (clicca qui).

Non ho visto la trasmissione, cosa che penso tutte le persone di una certa intelligenza abbiano fatto, però, a seguito di questa notizia, sono andato a vedermi il relativo filmato su Youtube (clicca qui).

Questo è il classico esempio di mistificazione, di brutto giornalismo e di altrettanto brutta TV.

Non si capisce perché l’amico di Berlusconi, nonché suo lacchè, abbia voluto commentare in quel modo le riprese di una telecamera fissa prima in Campo SS. Giovanni e Paolo e quindi dal ponte sul Rio dei Mendicanti verso Calle larga Giacinto Gallina.

L’ora sarebbe, a detta del giornalista (ma è un giornalista?), quella delle due di notte (qualcuno afferma invece di aver sentito il rintocco delle nove) dove girano soltanto ladri, malandrini e, quindi, anche spacciatori. Alle due di notte l’osteria della quale si vede una finestra illuminata, a detta di chi abita da quelle parti, è chiusa. Si sentono rumori provenienti, afferma sempre Fede, da una discoteca! Ma dove sono le discoteche a Venezia? L’illuminazione in calle larga sarebbe stata messa da poco per ovviare alla mancanza di sicurezza della zona (pericolo di aggressioni)!

Non vorrei aggiungere altro ma solo dire che quel “servizio” (si può chiamare servizio?) è veramente tutto una str…anezza!

Venezia, e lo affermo per esperienza, è una città tranquilla dove si può andare in giro tranquillamente di notte: non si fanno, ve lo assicuro, brutti incontri!

Consiglio, a questo punto, di vedere la risposta, sempre su Youtube, di venessia.com (clicca qui).

“Interessanti” i commenti sia al primo, sia al secondo filmato.

Insomma, e mi ripeto, brutto giornalismo e brutta TV!

Infine mi domando: ma che ca…volo ci sta a fare l’Ordine dei Giornalisti? Hanno sanzionato ed espulso colleghi per molto meno! Ma questo individuo è forse intoccabile?

Clicca qui per il comunicato stampa del Comune di Venezia di oggi 1.11

venerdì 31 ottobre 2008

4 novembre: anniversario della vittoria?

“Anniversario della Vittoria” è stato chiamato per molti anni -ma qualcuno usa, ancor oggi, questa definizione- il 4 novembre, data che ricorda la fine della prima guerra mondiale.

Quest’anno ricorre il 90° anniversario, e non tutti sono d’accordo, come il sottoscritto, che si debba ricordare una vittoria; è invece una data che deve ricordare altre cose. Infatti, se vi furono dei vinti non è detto che vi furono anche dei vincitori: una vittoria non l’hanno considerata i centomila “presenti” a Redipuglia e neppure tutti coloro, centinaia di migliaia, che rimasero sui campi di battaglia di ogni fronte. Ma neppure fu una vittoria per tutti coloro che dalla guerra non ebbero che lutti, miseria ed anche fame. E non si può considerare “vittoria” anche per tutte le conseguenze politiche di quella guerra che portarono alla dittatura.

E c’è anche chi considera i morti in battaglia degli eroi, uomini che si sacrificarono per un ideale. Ma siamo sicuri che chi moriva era conscio di sacrificarsi per un ideale? Cosa ne potevano sapere di certi “ideali”, sempre che si possa usare questo appellativo, i contadini, gli operai ed i cittadini in genere che venivano chiamati alla leva e mandati in prima linea? Cosa poteva fregargliene, per esempio, ad un contadino siciliano, di Trento e Trieste che, magari, non sapeva neppure dove si trovassero le due città?

Si sa, in tutte le guerre, chi comanda, classe politica e dirigente –non solo militare- è l’unica che, forse, ci guadagna qualcosa proprio per merito di questi “eroi”, che poi eroi non sono in quanto il loro sacrificio non è stato, almeno nella maggior parte dei casi, conscio. I soldati che andavano all’attacco con la baionetta uscendo dalle trincee erano, di solito, “pompati” perché non era raro il caso di condizionamenti fisici (alcool) e psicologici. Se non ubbidivano al comando venivano considerati vigliacchi e disertori con tutte le conseguenze che ne scaturivano. Insomma, non erano eroi e, soprattutto, non volevano esserlo. È un mio convincimento che gli eroi non siano mai esistiti se non in casi veramente rari ed estremi. Anche quelli che si sacrificarono e che consideriamo consci, siamo sicuri che non vi siano stati dei precedenti condizionamenti dovuti, per esempio, all’educazione ricevuta? Su questi miei convincimenti, espressi proprio quest’anno, in occasione di due interventi pubblici nei quali trattavo sui canti cosiddetti “di guerra”, alcuni non si sono trovati d’accordo. Con questo non voglio assolutamente sostenere che chi è morto per la Patria non abbia compiuto un sacrificio; è chiaro che tutti sono stati dei sacrificati e, anzi, sono stati “carne da macello” mandati avanti in una guerra che certamente loro non avevano voluto.

E proprio prendendo spunto dai cosiddetti “canti di guerra” sostengo che chi si trovava in prima linea, chi era in trincea, immerso nel fango o nella neve, chi si trovava sotto la mira del cecchino o fra gli scoppi delle granate e quant’altro, non aveva lo spirito del “guerriero” e dell’eroe, ma era solo un uomo che aveva un unico desiderio: che la guerra finisse e che potesse ritornare a casa ed ai suoi affetti.

“ …Maledeta la sia questa guera / Che mi ha dato sì tanto dolor, / Il tuo sangue hai donato a la tera / Hai distrutto la tua gioventù. …” cantavano i prigionieri trentini, inquadrati nell’esercito austriaco e mandati sul fronte orientale, nel canto intitolato “Sui monti Scarpazi”.

“… l’è lutto degli alpini che van la guerra un verso di “Sul ponte di Bassano” (canto della prima guerra mondiale, non quello, forse più famoso, del “bacin d’amore”, e dal quale è derivato “Sul ponte di Perati” della seconda guerra mondiale), verso nel quale l’azione “van la guerra” indica come, gli alpini, ma con questo termine includo tutte le altre armi, non facevano la guerra, non volevano farla, ma andavano perché erano mandati. .

Nostalgia troviamo in “Ta pum” con “Ho lasciato la mamma mia… ” e poi, inframmezzato dal continuo martellamento dei mortai “ta pum”, appunto, il racconto conciso di quella che era la vita al fronte, sempre in prima linea, con il cecchino pronto a sparare.

I motivi che ricorrono in questi canti sono sempre amore, ricordo, pace, pietà ed anche allegria. Quindi NON guerra.

E concludo richiamando un articolo di Gualtiero Bertelli intitolato «Canzoni al fronte - E una madre triestina gridò: "Se la guerra non fusse mai sta”» apparso su Il Gazzettino di Venezia del 30 ottobre.

domenica 26 ottobre 2008

Ma sono lauree?

Da pochi giorni ho concluso la lettura de “La deriva” di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. Devo dire, con franchezza, che ho avuto delle difficoltà a portarlo a termine, non perché sia scritto male, ma perché le notizie riportate, i fatti raccontati e documentati mi opprimevano.Alla fine mi sono chiesto se, effettivamente, tutto fosse stato vero e, subito, mi sono anche risposto:”Sì”. Ho anche concluso che eravamo veramente ridotti male in Italia, non tanto per colpa di tutti gli italiani, ma, essenzialmente, la causa ricadeva sulla classe dirigente politica, burocratica, sindacale, professionale, universitaria ed anche industriale.
Trascorsi pochi giorni, leggo su Corriere.it di oggi un articolo, degli stessi autori, intitolato “Università, il business dei laureati precoci” (clicca qui) dove si legge che, ultimamente, ci sono molti che si laureano in poco tempo. Non sono dei geni, ma persone che arrivano con crediti formativi, soprattutto dipendenti pubblici, per il lavoro svolto; quindi, con qualche tesina ottengono il titolo triennale di dottore in …., e qui c’è da sbizzarrirsi! Ma quello che più mi ha incuriosito e che i titoli non vengono rilasciati da Università di prestigio, ma da nuove istituzioni, in particolare due, dove i laureati precoci sono circa il 50% delle lauree totali. E ci sono, inoltre, le Università telematiche, un’invenzione del precedente governo di centro-destra, della Moratti.
Chissà che laureati saltano fuori da queste istituzioni!

sabato 25 ottobre 2008

Si danno i numeri!

“Roma, 25 ott. (Ign) - Ogni sera il cielo della capitale si riempie di uccelli: sono centinaia di migliaia, forse milioni. Le specie di uccelli che scelgono i centri urbani come luogo ideale per svernare sono molte: oltre ai più conosciuti colombi, passeri e storni ci sono merli, cinciallegre, cinciarelle, verdoni, pettirossi, capinere, fringuelli, frosoni. … “

Questo è l’inizio di una notizia apparsa sul sito dell'Adnkronos in data odierna.

Guarda un po’, anche in questo caso c’è chi dice qualche centinaia di migliaia e chi, invece, milioni.

Forse non sono intervenuti ancora i vigili urbani perché, secondo le loro stime, potrebbero essere solo qualche decina di migliaia; l’amministrazione non vuole allarmare la popolazione perché più uccelli vengono dichiarati, allora … più guano e maggiori possibilità di epidemie.

Ma, forse, i “verdi” preferiscono numeri più grandi e, allora, gli uccelli salgono a milioni; in questo caso la natura torna e riprendere il suo posto.

Scherzi a parte, ma veramente, a Roma –quest’oggi- tutti … danno i numeri!!!