domenica 29 ottobre 2006

Un "bravo" a Claudio Lippi

Devo ammettere, non m’interesso molto di televisione, ma la notizia, della quale ieri avevo letto lo “scoop” d’agenzia, e che, oggi, si trova in rete con maggiori aggiornamenti, mi ha un po’ rincuorato.

Finalmente qualcuno, che fa TV, si ribella a come è fatta la TV oggi.

Claudio Lippi
, vedi notizia , ha lasciato la trasmissione su Canale 5 della quale era anche autore dicendo: «Buona domenica è diventata un ring di nome e di fatto. Non posso condividere una televisione spazzatura fatta di parolacce e bestemmie allo scopo di fare audience»

Chissà che qualcun altro lo segua e lo imiti! Speriamo!
Io ho, però, i miei dubbi. Infatti, chi può permettersi di lasciare un lavoro di quel genere, senza poi essere osteggiato da tutti coloro che bazzicano quell’ambiente?

Per questo Lippi, che si è dimostrato coraggioso e di carattere, è ammirevole!
Auguri!


Su questo stesso argomento potete vedere il blog http://intersezioni.mioblog.net/index.php/2006/10/30/clamoroso-abbandono/

giovedì 26 ottobre 2006

L’imam aperto e progressista - Vi mando ad un altro blog: merita.

Questa volta non inserisco alcunché di mio, ma, se volete, potrete andare ad un "post", su un altro "blog", "post" del quale condivido in pieno quanto espresso nello stesso.
E' relativo alle ultime vicende dell'imam di Segrate.
I commenti metteteli pure nel "blog" originale

sabato 21 ottobre 2006

Piazze “del Popolo” e piazze “dei Signori”

Di piazze “del Popolo” in Italia ce ne sono abbastanza. Ne troviamo una a Roma, ad Ascoli Piceno, a Ravenna, a Cesena, ad Arezzo ed a Pesaro. Ma anche in centri più piccoli come Manfredonia, Modugno e Todi.
Ed altre ancora.

Se invece cerchiamo le piazze "dei Signori” ne troviamo solo quattro e tutte nel Veneto: Verona, Vicenza, Padova e Treviso.

Dove è andato a “manifestare” Berlusconi ed i suoi accoliti e sodali?
A Treviso ed a Vicenza nella “Piazza dei Signori”! Che strano!

Ve lo immaginate in mezzo ad una comunissima “Piazza del Popolo”?

P.S. - L'osservazione non è mia, mentre lo è la ricerca di dove si trovano le piazze con questi toponimi.

venerdì 20 ottobre 2006

Di sinistra, ma non ... "compagno"!

Oggi ho ricevuto una “mail” dalla Federazione Provinciale di Venezia dei Democratici di Sinistra al … “Caro compagno”. Poiché non lo sono mai stato ed anche perché, proprio oggi, su Il Gazzettino, appaiono delle dichiarazioni che proprio non mi piacciono (vedi articolo riportato sotto), ho scritto al direttore del quotidiano:

Egregio Direttore,
desidero, tramite il giornale da Lei diretto, informare la Federazione Provinciale dei Democratici di Sinistra che non desidero ricevere e-mail indirizzate con “Caro compagno”, come quella che mi è pervenuta proprio oggi, perché non lo sono e non lo sono mai stato. Evidentemente l’indirizzo lo hanno recuperato quando andai a votare per le “primarie”, nelle quali anche loro erano interessati.
Nulla in contrario a ricevere avvisi, però, ripeto, non intestati al “compagno”.
Non so come si arriverà al Partito Democratico se si continua con queste forme antiche e superate, oppure con il becero attacco alla Chiesa Cattolica, che sa molto del comunismo degli anni ‘40 e ’50 (quello dei comunisti mangiapreti), come espresso proprio su Il Gazzettino del 20 ottobre dalle dichiarazione del loro esponente Darsié, che gongola per il fatto che i matrimoni civili, in Venezia, abbiano superato quelli con rito religioso.
Se credono ancora che il potere della Chiesa sia un “potere civile”, quelli come Darsiè si sbagliano di grosso; e cosa c’entri il fatto che Venezia sia, e sia stata, una città laica per il fatto che la Basilica di San Marco non era la sede del Patriarca, ma solo la Cappella Ducale, vuol dire che è meglio si vada a rileggere la storia della Serenissima e non si azzardi a dare interpretazioni quantomeno ridicole.
Ringrazio e saluto

Sergio Piovesan

Chissà se la pubblicheranno.
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A tutto il 25.10 NON ANCORA PUBBLICATA.

Poiché non é stata pubblicata neppure oggi 26.10, la ho inviata nuovamente a IL GAZZETTINO e, inoltre, cosa che non avevo fatto la volta precedente, anche a: "Nuova Venezia", "Il Corriere del Veneto" e "ilVenezia".

27.10.2006 - Pubblicata su "ilVenezia" e "ilMestre" (pag.11)
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IL GAZZETTINO - Venerdì, 20 Ottobre 2006

Se la Chiesa non si preoccupa ...

(M.F.) Se la Chiesa non si preoccupa più di tanto per la diminuzione dei matrimoni religiosi, la parte laica della società esulta per la vittoria della modernità sul potere religioso.
«È il segno dei tempi - commenta l'esponente dei Comunisti Italiani Renato Darsiè, che della laicità ha sempre fatto un cavallo di battaglia - e dimostra inequivocabilmente che la Chiesa perde potere. La gente, insomma, non la percepisce più come il regolatore della vita quotidiana e sente la presenza di uno Stato. È un grande e importante passo in avanti».
Darsiè è stato in prima linea non solo nella battaglia per il matrimonio, ma anche per il funerale laico, con una serie di interrogazioni in consiglio comunale che avevano sollevato il problema della mancanza di una sede adeguata per dare l'estremo saluto a persone non credenti in modo squisitamente laico.
«C'è anche un altro aspetto - continua - ed è che la popolazione, non riconoscendo più alla Chiesa il ruolo di regolatore della vita e dei rapporti sociali, ha assunto anche un ruolo di autonomia rispetto alle credenze precedenti. Questo accade oggi anche nel Veneto più profondo, dove negli ultimi anni c'è stata una forte presa d'atto della presenza di uno Stato custode dei diritti e garante dei rapporti. Il caso di Venezia, dove il matrimonio civile ha superato il 60 per cento del totale, è diverso dal resto del Veneto. Venezia è storicamente una città laica, non solo negli ultimi decenni. Non debbo essere io a ricordare che il Patriarca stava a Castello e San Marco era la cappella privata del Doge. In altre città della provincia, invece, la vita è stata sempre organizzata dalla Chiesa».
Insomma, una maggioranza di matrimoni civili è sintomo di maturità sociale?
«Certo, lo Stato ha preso il posto nella Chiesa nella vita quotidiana e la sua autorità è sentita dai cittadini. La perdita di potere della Chiesa è un salto culturale abbastanza importante. Per dare un'immagine, ricordo nella "Battaglia di Algeri" di Gillo Pontecorvo che ad un certo punto una giovane coppia rifiuta di farsi sposare dai francesi e si rivolge per la celebrazione del matrimonio al Comitato di liberazione nazionale. In quel momento si verifica il passaggio di potere tra il vecchio e il nuovo Stato».

mercoledì 18 ottobre 2006

RAVEO – Cava di gesso (seconda puntata)

Cittadini di Raveo che manifestano contro la possibile apertura della cava nelle vicinanze del loro paese (22 agosto 2006)


Il 17 settembre ho inserito un “post” su questo argomento e, ad un mese di distanza, ci sono delle novità, purtroppo delle novità non entusiasmanti.
Infatti la giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia ha deciso, in data 12 ottobre, di recepire integralmente il parere della commissione di Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.), parere espresso favorevolmente alla coltivazione della cava, in data 2 agosto.
A parte il fatto che la delibera della giunta regionale non si è espressa entro i 30 giorni prescritti (2 agosto e, quindi, entro il 2 settembre), ma solo 70 giorni dopo, restano ancora molti dubbi sul perché sia stata presa questa decisione che, tuttavia, non è unanime. Infatti, mancavano tre assessori in quella seduta, e, inoltre, uno ha dato parere contrario.
E c’è anche da tenere in considerazione, e tutto da discutere, il motivo per il quale la giunta ha dato parere favorevole, e cioè che non poteva esimersi, in quanto “atto dovuto”, e, quindi, poteva solo prendere atto di una valutazione tecnica.
La richiesta dell’assessore contrario (per la cronaca Antonaz) era quella di rinviare la pratica alla commissione, in attesa di ulteriori approfondimenti, visto che non sarebbero stati tenuti in considerazione i numerosi pareri negativi espressi da più istituzioni e organi tecnici.
Ora, vista che l’attuale amministrazione comunale di Raveo è nettamente contraria all’apertura della cava, ed in questo è supportata dalla gran parte della popolazione, non resta altro, alla stessa, che esprimere un ulteriore parere negativo e, comunque, intentare ricorso al T.A.R. contro la procedura della commissione V.I.A.
La strada è ancora lunga e, speriamo, prenda una direzione diversa!

Per approfondimenti: http://www.piovesan.net/raveo/Rassegna%20stampa.htm

venerdì 13 ottobre 2006

Chi vuole tornare al latino?

Navigando sul sito Corriere.it mi sono imbattuto in un sondaggio, ovviamente immesso in questi giorni a seguito delle notizia relativa ad un parere favorevole di Benedetto XVI al ritorno, per i sacerdoti che lo desiderassero, alla celebrazione della Messa in latino, quella del rito di san Pio V.
La domanda era ed è: “Siete favorevoli al ritorno della messa in latino?” ed il risultato è, a tutt’oggi (13.10 ore 12), il seguente:

SI 58,3%
NO 41,7%
I votanti sono 20.931


Sinceramente devo ammettere che il risultato, pur con tutte le attenuanti che è giusto adottare, mi sorprende.
Innanzitutto penso che sia da valutare chi siano i votanti; senz’altro non sono coloro che hanno assistito, coscienti, alle ultime messe in latino in quanto l’età di costoro è di circa 70 anni, quindi non abituali di internet. E poi non è detto che costoro siano in numero così favorevole al SI.
Consideriamo anche che un certo numero abbia voluto votare SI giusto per essere il solito “bastian contrario”, ma quanti saranno?
Ed allora chi potrà far parte di questa maggioranza silenziosa che vuole ritornare all’antico?
Chi vorrà sentir dire ancora “oremus” al posto di “preghiamo”, oppure “In principium erat Verbum …” invece di “In principio era la Parola … “ e così via?
Non credo ci siano molti nostalgici della lingua latina anche perché se una volta s’iniziava a studiare dopo la V elementare e magari anche solo per tre anni, oggi mi sembra che inizi solo dopo le tre medie inferiori. Quindi chi sapeva un po’ di latino erano senz’altro più numerosi una volta che non oggi.
Oppure è proprio la mancanza di questa “conoscenza” che ha spinto a votare SI?
I dubbi mi restano!
Una cosa mi farà piacere, quando e se potrò riascoltare una liturgia in latino: il canto gregoriano che ha tutto un suo fascino particolare.
E voi cosa ne pensate?

martedì 10 ottobre 2006

Passa una nave!

Il pomeriggio di ieri, 9 ottobre, mi sono recato sull'Isola di San Giorgio Maggiore e, mentre mi trovavo sul piazzale antistante la chiesa palladiana, è passata una nave.
Ed ecco la documentazione del suo passaggio!

Sulla “finanziaria” e anche qualcos'altro!

Art. 63
(Trattamento economico dei ministri)
1. Il trattamento economico complessivo dei Ministri
e dei Sottosegretari di Stato, previsto dall’art. 2,
comma 1, della legge 8 aprile 1952, n. 212 e
successive modificazioni, è ridotto del 30% a
decorrere dal 1° gennaio 2007.


Quello che mi piace della “Finanziaria” è l’articolo 63!
Ed anche il successivo articolo 64.

Art. 64
(Automatismi stipendiali e misure di contenimento
per i trattamenti accessori dirigenziali)

Era ora che qualcuno incominciasse!
Ma quello che non si vede nelle 253 pagine del provvedimento, almeno in una lettura molto veloce, è l’applicazione di questo articolo anche ai parlamentari, ai componenti le giunte ed i consigli regionali, provinciali e comunali. E, perché no, anche ai componenti le cosiddette municipalità.
Sai che risparmio di spesa pubblica ci sarebbe!
Ma io allargherei questo articolo anche ai pensionati della politica, a coloro che, magari solo dopo due legislature (parlamentari e consiglieri regionali), se ne possono stare in panciolle a farsi gli affari loro e godersi pensioni di qualche migliaio di euro al mese! E non ci vengano a dire questi signori che se le sono pagate le pensioni! Con quali soldi?
Andiamo avanti con altri possibili risparmi di spesa pubblica.
Non ho letto di risparmi sulle cosiddette “auto blu”, quelle usate dai vari personaggi della politica ed istituzionali nonché da alti dirigenti.
Ma è mai possibile che non possano usare l’automobile loro? Perché, oltre alle favolose prebende devono godere anche di queste agevolazioni? E non vengano a dire che è questione di sicurezza. Questo forse è da valutare.

Lasciatemi, a questo punto, portare un esempio veneziano e poi traetene le conseguenze.
Mi riferisco alle “auto blu”, o meglio, ai “motoscafi blu” che non sono blu ma in “lustrofin”, cioè in legno pregiato tirato a lucido, lustrati in tutte le sue parti.
Spesso mi soffermo in Fondamenta Santa Chiara, di fronte al supermercato Coop, dove si trova un pontile di attracco del Consiglio Regionale. Soprattutto durante il mattino c’è un viavai di motoscafi, con tanto di bandiera della Regione del Veneto che, dopo una sosta, caricano poche persone, da due a quattro, e ripartono. Prevedo che si tratti di consiglieri regionali che si recano a Palazzo Ferro-Fini, sede del consiglio.
Ovviamente si tratta di consiglieri (ma sono solo consiglieri?) che provengono dalla terraferma, dal “dogado” come si diceva una volta, dalla “campagna” insomma!
Quello che non capisco è perché si debba spendere soldi pubblici per questo “servizio”. Basterebbe che i consiglieri si facessero quattro passi a piedi fino a San Tomà e poi un brevissimo tratto in vaporetto fino a Santa Maria del Giglio, proprio nei pressi della loro sede istituzionale. Tutti ne avrebbero beneficio: ovviamente le casse pubbliche, ma poi anche i singoli consiglieri che si godrebbero Venezia, prima facendo quattro passi a piedi (farebbe bene anche alla loro salute) e poi godendosi un pezzo di Canal Grande.
Qualcuno penserà che forse perderebbero tempo prezioso da adoperare più utilmente nel loro prezioso lavoro. Il tempo di percorrenza, compresa la sosta del motoscafo per attendere qualcun altro che probabilmente ha telefonato avvertendo di essere in arrivo (a proposito chi paga il telefonino?), non è di molto inferiore al percorso che ho descritto sopra. I vantaggi economici, invece, sarebbero indubbi visto anche che i costi di manutenzione di un motoscafo sono di molto superiore a quelli di un’autovettura.
Ma chi si prende la briga di fare questi provvedimenti? Vogliamo forse suscitare un pandemonio?
Eppure sarebbe così bello vedere passeggiare i nostri consiglieri regionali e, perché no, magari fermarli per strada e dire loro cosa pensa la gente sul loro operato. Ma è proprio questo che non vogliono.

Ma tornando alla finanziaria vera e propria, volete leggervi il testo completo (253 pagine) o provare quanto guadagnerete o perderete nell’applicazione delle nuove aliquote Irpef? O qualcos’altro? Allora cliccate qui
E sempre legato alla finanziaria o, più precisamente, al famoso ceto medio, ecco una lettera di un lettore di “Italians” rubrica di Severgnini su Corriere.it, lettera che condivido al 100%

sabato 7 ottobre 2006

Socrate e le galline

Oggi volevo scrivere un "post" sulla finanziaria, ma ho desistito dopo aver saputo cosa ha combinato Socrate (vedi post precedente) questa mattina.
E per sollazzare i miei sei lettori (erano cinque), ecco qui il racconto di come sono andati i fatti.
Durante un giretto per la campagna attorno a Mestre, libero dal guinzaglio, il "famigerato" è entrato nel cortile di una casa di contadini ed è uscito, poco dopo, con una gallina in bocca.
Subito tutti (mio genero, mia figlia ed anche il proprietario della gallina) a corrergli dietro finché, probabilmente accortosi che l'aveva fatta grossa, ha depositato la gallina ai piedi di mia figlia, la più tenera con lui, e si è nascosto dietro di lei.
Il contadino ha chiesto come risarcimento del danno 20 (venti) euro! Il tutto, ovviamente, "in nero" così, pur avendo l'assicurazione sul cane, non è possibile chiedere risarcimento!
Accontentato, forse ingenuamente, il povero contadino, che si è tenuto pure la gallina morta, mio genero è andato all'Auchan ed ha constatato che una gallina, per lo più già spennata, costa la bellezza di 2 (due) euro!

domenica 1 ottobre 2006

SOCRATE

Non spaventatevi, non mi inoltrerò nel difficile –per me- campo della filosofia perché Socrate è solo il nome del mio cane; o meglio, del cane di mia figlia. Comunque mia moglie ed io lo gestiamo da lunedì al venerdì, dalle 8 alle 17 quando mia figlia viene a riprenderselo. Da oggi, però, lo vedremo solo ogni tanto, quando andremo a Mestre a trovare mia figlia e la nipotina che arriverà.
A dire il vero, anche se eravamo un po’ legati alle sue esigenze, sento già che mi mancherà.
È un cane con il “pedigree”, uno spinone italiano di quasi tre anni, bello, simpatico ed affettuoso. Però, non ubbidisce troppo (forse proprio per questo è simpatico) e, quando si sente un po’ abbandonato, ti fa qualche scherzo (dal suo punto di vista) o dispetto (dal punto di vista mio).
Alle dieci del mattino, dopo un pisolino, inizia a presentarsi all’uno o all’altra e ti guarda come per dire: “Usciamo?” E così si fa una passeggiata per Venezia, obbligatoriamente tenendolo a guinzaglio. Inizia così un continuo “annusamento” e se trova la pipì di una cagnetta è difficile smuoverlo: sembra che, con il suo nasone, debba fare un’accurata analisi delle urine. In effetti, dicono, che con il loro fiuto riescono a capire molte cose.
Ma il periodo più bello, ovviamente anche per lui, è quando siamo in montagna dove, fuori del paese, corre, inseguendo chissà quali tracce attraverso boschi, prati, rovi e ruscelli; le zone preferite da lui sono quelle più fangose e quindi, molto spesso il rientro a casa avviene con un cane molto diverso per la sporcizia accumulata; più è sporco e bagnato e più si diverte; io un po’ meno. Ovviamente segue una doccia in giardino, cosa per lui gratificante.
Il suo gioco preferito è quello di rubare i cuscini e farsi inseguire in giardino. Anche questo è un divertimento per lui, mentre per me lo è un po’ meno, però è simpatico.
Ripeto, … mi mancherà.